Progetto e realizzazione
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ITANET NEWS : febbraio 2007: PRIME CONSIDERAZIONI sulla progettazione di una rete WIFI italiana (pensieri in libertà di IW3QOJ) Con l'inizio del 2007 .... grande fermento sia in casa ARI (e , mi dicono, in casa CISAR) per quanto riguarda le nuove tecnologie di trasmissione digitale a banda larga (WIFI), con particolare riferimento alla presentazione presso il Ministero di una proposta finalizzata al progetto, installazione e sperimentazione di una serie di collegamenti via radio digitali "a banda larga" (spread spectrum con larghezza di banda di 11 mhz secondo la modalità 802.11 B o G ove ce ne sia lo spazio in banda). Questi collegamenti permetterebbero in sostanza di replicare quella che fu la "sperimentazione packet radio ax25" di buona memoria, la quale nei momenti migliori collegava tutta l'Italia con ramificazioni verso l'Estero. Chi scrive ha ben presente il ricordo dei "bei tempi andati"... per pura nostalgia ri-pubblico qui sotto quella che fu la ns. "gloriosa" RETE PACKET DIGITALE ITANET nel 1999..(grazie IK6VQM....ma che fine hai fatto??) Chiaramente i tempi son cambiati : ora si tratterebbe di veicolare dati a velocità reale di almeno 1 Mb, e questo permetterebbe l'utilizzo in unione ai software radioamatoriali (e non) più diffusi con implicazioni facilmente intuibili in fatto di effettivo interesse e praticità. Vorrei elencare di seguito alcuni concetti (del tutto personali, si intende..) al fine di contribuire a questo progetto con quel minimo di esperienza già acquisita in precedenza in campo "packet": La sperimentazione in campo "WIFI" certamente non coinvolgerà un numero consistente di raioamatori in virtù del fatto che, mentre ai tempi del "packet radio" non esistevano alternative internet o simili per la messaggistica, oggidì chiunque con 20 euro al mese può accedere ad un collegamento internet/adsl e "sperimentare" in modo esaustivo tutto quanto ad esso connesso. Le tecniche di trasmissione WIFI sono in ogni caso più lente e dispendiose raffrontate all'ADSL commerciale: ritengo la sperimentazione avrà seguito esclusivamente ad opera di radioamatori interessati a questa evoluta tecnologia per l'autocostruzione( una sparuta minoranza!!!) oppure piuttosto in abbinamento alle attività di volontariato nel campo della Protezione Civile. In quest'ultimo caso, intendendo WIFI come alternativa alle comunicazioni ADSL, il contributo e la sperimentazione radioamatoriale a mio parere hanno ancora tutta la loro importanza. L'attività di sperimentazione di "una rete digitale" è tutto l'opposto della tradizionale attività di auto-istruzione e apprendimento personale del Radioamatore: implica necessariamento un gioco "di squadra" e questo viene spesso visto in contrapposizione con l'attività radioamatoriale classica( quella per intenderci fatta tra le mura di casa come contest satelliti ecc). Per fare una rete occorre pensare IN GRANDE... e pensare in gruppo! Dividerei gli scopi che ci dovremmo assegnare in due filoni: uno più propriamente tecnico e l'altro più rapportato al "sociale". Per sociale intendo quello che generalmente ho sentito come "rimprovero" nei confronti di radioamatori che organizzano "anche" cene, meeting e simposi non strettamente a carattere tecnico: questi di solito vengono chiamati "ex-CB" quasi fosse deprecabile il ritrovarsi per il solo motivo di chiacchierare del più e del meno (magari via radio occupando le frequenze "per motivi non strettamente tecnici") . In realtà a mio modesto parere (ed è ovvio che il mio è un discorso DI PARTE) ci sarebbero oggi di grande aiuto molti più ventenni "ex-CB" che però conoscono l'informatica rispetto a tanti rigorosissimi "OM" i quali vedono come il fumo negli occhi informatica e tutte le "bande al di sopra delle UHF"! C'è naturalmente spazio per tutti....però se il comune interesse è progredire..direi che dobbiamo darci tutti una mossa nella direzione di coinvolgere ed allargare la base sociale "giovanile"... che è quella più trascurata e bistrattata nelle riunioni settimanali di Sezione stando almeno a quanto mi scrivono.. Il paragrafo sopra potrebbe essere così sintetizzato: se vogliamo fare una sperimentazione di moderne reti digitali via radio, dobbiamo coinvolgere nuovi Soci, possibilmente giovani e maggiormente aperti ai nuovi traguardi tecnologici. La parte più propriamente tecnica relativa all'ipotetica progettazione di una rete digitale Italiana WIFI coinvolge necessariamente pochi di noi, quelli generalmente più preparati in merito, a causa del proprio lavoro o degli studi fatti, o semplicemente dei più specificatamente interessati: non dimentichiamo però che la messa in esercizio e la successiva manutenzione di una Rete richiede molti altri volontari nelle mille mansioni collaterali, e che per queste c'è veramente spazio per tutti. Infine, l'utilizzo della rete: c'è spazio per radioamatori interessati alle antenne, all'informatica, all'organizzazione di esercitazioni radioelettriche sul campo.. Da dove partire? A me sembra semplice: partiamo raccogliendo "i cocci" di quella che è stata l'unica vera sperimentazione di una Rete Digitale (quella del packet radio) e coinvolgendo anche gli sperimentatori ATV che indubbiamente hanno fatto pratica di progettazione e calcolo di Link radioelettrici. Consideriamo che in entrambi i casi a suo tempo erano già stati fatti calcoli radioelettrici in relazione alla disponibilità effettiva di Siti trasmittenti, e che certamente molti degli "ex manutentori" di questi impianti magari ancora darebbero la loro disponibilità per installazioni WIFI. Nel caso della RETE PACKET ITANET le tratte radio (almeno nel Triveneto dove personalmente ho maturato la mia esperienza) erano state studiate e messe in pratica su distanze massime attorno ai 100/150 Km, e le sperimentazioni relative avvenivano sempre sulla banda 2,3 Ghz. In molti casi sopravvivono ancora antenne paraboliche allineate e con illuminatori pronti per i 2,4 Ghz. A differenza del Packet Radio, per il WIFI tutto può essere ottenuto anche per via commerciale, relegando all'autocostruzione solo i sistemi di alimentazione , amplificazione e di antenna. Naturalmente un'operazione simile richiede persone e..capitali!. Per le "persone" dobbiamo guardarci tra noi, mentre per i capitali ritengo indispensabile indirizzare dal principio questa sperimentazione, come già detto, in chiave "utilizzo in casi di calamità" per la Protezione Civile. In virtù delle ormai molte convenzioni esistenti tra i Comitati Regionali ARI e le organizzazioni di Protezione Civile Regionali è facilmente inseribile nella pianificazione dei ripetitori per collegamenti"fonia" anche uno o più destinati all'interconnessione digitale veloce fra le diverse SALE OPERATIVE REGIONALI. Si creerebbe di fatto una prima rete radioamatoriale digitale di effettivo utilizzo in caso di calamità, totalmente svincolata dalle Reti terrestri e commerciali. Sono certo che alla Protezione Civile farebbe piacere una tale realizzazione, al punto di poterne contribuire all'installazione con contributi specifici. Questo già viene fatto nei confronti delle reti radioamatoriali "fonia"...non vedo perchè non allargare lo specifico discorso anche alle nuove tecnologie. Mi si conceda ora una riflessione personale che non vuole essere una critica ma un contributo. Ritengo che fino ad oggi tutto ciò non sia avvenuto esclusivamente a causa dell'inerzia opposta da numerosi Radioamatori "tradizionalisti" che ricoprono molti incarichi direttivi in seno all'ARI o ai Comitati Regionali: per quieto vivere credo abbiano indirizzato finanziamenti ed interessi esclusivamente verso i "ponti radio fonia" ritenendo a ragione o a torto di beneficiare la stragrande maggioranza della comunità radioamatoriale, notoriamente poco interessata alle"novità" e in conseguenza tanto meno sensibile a sviluppo di progetti "diversi" dall'attività radioamatoriale classica a carattere di autoapprendimento personale. Io "credo" che così facendo abbiamo perso una gran quantità di colleghi dinamici e moderni ai quali chiacchierare sui ponti visto l'avvento dei telefonini interessa sempre meno: non da ultimo altre Associazioni hanno visto nascere le proprie radici proprio nelle moderne tecnologie, distinguendosi per scelte coraggiose per quanto mal tecnicamente supportate. In conclusione: chi vuol essere della partita? Tentiamo "magari" di metter su un convegno da qualche parte nel quale affrontare principalmente gli aspetti squisitamente tecnici della progettazione e realizzazione? Se qualcuno sente questa..chiamata.. può scrivere sia a me (massmau@tin.it) sia al coordinatore IZ3CLG che con coraggio si è buttato nell'avventura...
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.::: 73 IW3QOJ Massimo MAURO sez. ARI Monfalcone (GO) massmau@tin.it :::. |